Biografia di Alberto Gatti
La nascita
Sono nato a Modena il 23/10/1990 ho avuto un problema alla nascita di mancata assistenza al parto. Ho avuto una asfissia che ha pregiudicato la mia integrità fisica. Durante il parto il medico era assente senza averne motivo. Ho avuto un danno cerebrale con conseguente tetraparesi spastica. Sono stato molto tempo in neonatologia, una volta uscito ho iniziato la riabilitazione. Dopo circa due anni è cominciato il processo contro la USL di Modena per appurare le responsabilità. Il mio handicap non mi permette di camminare e di parlare in maniera fluida, infatti ho bisogno di una persona che mi conosca per comunicare con gli altri.
L’asilo e la scuola elementare
All’asilo ero insieme a tutti gli altri, avevo due tate che mi aiutavano a comunicare. Anche se avevo un handicap di comunicazione sono riuscito ad integrarmi nel gruppo dei miei compagni di classe. Un episodio particolarmente significativo di quel periodo è stata la gita in montagna fatta con una delle due tate. Lei possedeva dei cavalli e mi ha riempito di gioia poterne montare uno. Da quel momento è stata una delle mie passioni che ho mantenuto fino da adulto. Non avevo la possibilità di imparare a camminare come tutti gli altri, cominciavo a muovermi con il girello.
Alle elementari è stato un periodo molto bello perché ho conosciuto degli amici che tutt’ora frequento. All’inizio io avevo la carrozzina manuale che non mi permetteva di essere autonomo soprattutto con gli altri bambini, questa condizione non mi permetteva di sgattaiolare in giardino a correre insieme a tutti gli altri, dovevo stare insieme alla maestra. Appena cominciate le elementari ho avuto il computer perché la mia condizione non mi permette di scrivere. Da quel momento è cominciata la mia vita sociale. Quello strumento mi permetteva di comunicare in maniera efficace, cosa che prima, il mio difetto nel parlare non mi consentiva. E’ stato un passaggio molto importante, in cui tutte le persone oltre ai miei genitori hanno cominciato ad associare i suoni che riuscivo a produrre con la bocca alle parole che digitavo sul computer. I compiti e le verifiche li ho sempre fatti al computer; in effetti, attraverso il pc, riuscivo a svolgere i “dettati” in classe molto più velocemente degli altri. Anche a scuola avevo due maestre di sostegno.
La carrozzina elettrica
Per il primo anno delle elementari avevo la carrozzina manuale che non mi permetteva di essere autonomo negli spostamenti, dipendevo in tutto dagli altri. Era molto frustrante e, in certi casi, pericoloso. L’assenza anche solo per un minuto delle insegnanti, come dei miei genitori a casa, era fonte di rischio visto che non potevo nemmeno muovermi autonomamente. Un giorno andammo con i miei genitori a Reggio Emilia dove c’è un centro ausili perché dovevamo fare una prova per un paio di scarpe, c’era una ragazza che aveva la carrozzina elettrica e io ho subito notato potesse essere uno strumento fondamentale per permettermi di spostarmi senza bisogno di un aiuto. La mamma non era molto d’accordo all’inizio, pensava potessi farmi e fare del male agli altri. In seguito sono riuscita a convincerla della necessità. Abbiamo così comprato la carrozzina elettrica e da quel momento sono diventato capace di spostarmi da solo.
Le medie e le superiori
Le media sono state un periodo di transizione dalla fase bambino alla fase adolescenziale. In quel periodo sono cominciato a crescere come ogni ragazzino di quell’età. La mia patologia ha imposto parecchi interventi chirurgici per migliorare la mia costituzione fisica, abbiamo provato anche a migliorare la possibilità di parlare, tuttavia con scarso successo. Per comunicare oggi mi avvalgo degli strumenti elettronici come il cellulare e il computer, comunque dopo un po’ che frequento una persona questa riesce a capirmi.
Alle superiori è stato il periodo più bello della mia vita. Ho avuto il diploma di geometra presso l’istituto Guarini di Modena. Il Guarini è stato per me una seconda casa; in quella scuola mi divertivo e mi sentivo accolto, spesso non volevo neanche tornare a casa dopo le canoniche sei ore mattutine. Ho conosciuto persone tutt’ora vedo e sento. Ho svolto l’esame di maturità con la stessa difficoltà degli altri, tuttavia con qualche ora in più, è stato un esame lunghissimo e stancante. Ho svolto un progetto di tre villette a schiera utilizzando AutoCad, quando il programma di disegno faceva i suoi esordi. Il progetto di maturità è stato realizzato per l’utilizzo e l’attraversamento di persone in carrozzina, escludendo barriere architettoniche e ostacoli.
Il lavoro
Dopo le superiori c’è stato un periodo di buio di due anni, perché il tempo che prima era scandito dai tempi scolastici e quindi da impegni, è improvvisamente risultato vuoto. Anche a livello sociale non avevo più la possibilità di interagire con gli altri. La mia volontà era quella di trovarmi un lavoro che mi permettesse di essere quanto più possibile autonomo, il campo prediletto era quello dell’informatica. Il Comune mi aveva proposto di andare in un centro diurno per disabili. Io stimo molto il lavoro che fanno gli operatori dei centri diurni, tuttavia le strutture hanno dovuto trovare uno standard operativo che fosse un compromesso per ogni tipo di handicap e quindi non potevano rispondere alle mie esigenze lavorative. In ogni caso la mia volontà è sempre stata di non essere a carico delle persone ma di avere almeno l’indipendenza economica, questo è un altro motivo per cui non ho accettato di andare nel centro diurno. In questo periodo sono stato senza accompagnatore, dalle istituzioni ancora non arrivavano fondi per l’assistenza quotidiana e non sapevo nemmeno della possibilità di avere un accompagnatore privato. Comunque senza fondi istituzionali e non lavorando non avrei mai avuto soldi a sufficienza per garantirmelo. Trascorso questo periodo, un giorno ho fatto una ricerca su internet e ho scoperto che la regione Emilia Romagna aveva stanziato dei fondi per l’assistenza a casa. Ho trovato il primo accompagnatore e ho cominciato ad avere quel tipo di sostegno per 6 ore a settimana, garantito dei fondi regionali, erogati dal Comune di Modena. Dopo il primo periodo le ore di assistenza sono diventate prima nove e poi venti settimanali. Un giorno un’amica mi ha chiesto se trasformavo le videocassette in DVD da VHS. Ho provato a farne una ha funzionato molto bene; da quel momento è diventato il mio primo lavoro. Dopo alcuni anni sono stato assunto come tirocinante in una ditta di informatica modenese. Li ho imparato a fare i siti web, e, una volta terminato il periodo di tirocinio in azienda, mi sono messo in proprio, anche grazie alla maggior quantità di ore garantite dal Comune con l’accompagnatore.
Oggi ho realizzato diversi siti per vari professionisti e aziende, ho implementato la mia attività con altri servizi di informatica.